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Video dal profilo Instagram di Katia Follesa
In questi mesi di Coronavirus, molti genitori si sono ritrovati a dover affrontare cambiamenti radicali: non solo lo smart working, ma anche la riorganizzazione della vita di famiglia, per la continua presenza a casa di tutti i componenti 7 giorni su 7, e la gestione dei tempi e degli spazi di casa.
A questo si aggiunge, per i genitori dei più piccoli, il carico del rapporto con la scuola, in particolare la gestione dei compiti e delle lezioni (già non facile e molto discussa anche prima).
Nel raccogliere le diverse esperienze dei genitori in prima linea in questa nuova situazione, il panorama che si presenta è molto variegato.
C’è l’efficiente e generoso genitore rappresentante di classe che si trova a mediare (talvolta anche troppo!) tra le famiglie e le maestre.
C’è il genitore esperto che aveva già attive tutte le piattaforme pronte al bisogno. Per contro, c’è quello che, per nulla avvezzo all’informatica, di colpo ha imparato a scaricare Skype, Zoom, Teams e chissà che altro.
C’è il genitore che, magari in mancanza di lezioni strutturate, si improvvisa insegnante per non far perdere al figlio le nozioni acquisite, così da evitargli un analfabetismo di ritorno.
C’è quello che deve rimettersi a studiare nozioni e concetti ormai dimenticati dalla scuola elementare (com’è difficile ricordarsi che adesso si chiama scuola primaria!).
Mi sembra però che tutti questi genitori abbiano due aspetti che li accomunano: continuano a credere, nonostante tutto, nella scuola, nel suo valore sociale, culturale e relazionale. E riconoscono di avere dei figli disponibili alle nuove richieste, adattabili e ligi alle pesanti limitazioni che il virus ha imposto. Una mamma, pochi giorni fa, definiva “angeli” i suoi due figli proprio per questo spirito di adattamento che aiuta molto i genitori e forse, in alcuni momenti, è in grado anche di capovolgere i ruoli.
E quindi che importa se non ci ricordiamo i multipli e sottomultipli del grammo… I bambini hanno capito che i genitori vogliono bene alla scuola.